L’Ordinamento del cielo e della terra

Esposizione di Richard Lang

LA MIA IDENTITÀ PLANETARIA: LA TERRA


Visto dagli altri pianeti del sistema solare, io che sono Nulla qui al centro mi manifesto lì come Terra, un piccolo pianeta azzurro che orbita intorno al sole fra Marte e Venere. Sono alla distanza giusta dal sole per poter sostenere la Vita, né troppo lontano (che significherebbe morire congelati) né troppo vicino (che significherebbe morire inceneriti). In più, giro sul mio asse mentre compio la mia orbita intorno al sole, impedendo che un’area determinata del mio corpo rimanga sempre alla luce o al buio, al caldo o al freddo. Altri sette pianeti orbitano intorno al sole con me, una famiglia i cui membri sono diversi l’uno dall’altro, per dimensione, per forma, per temperatura e per composizione. Il sole, nutrendomi costantemente di luce, calore, raggi cosmici ed energia gravitazionale, è la fonte e il sostegno della mia vita. Una luna orbita intorno a me, probabilmente creata dai detriti di un piccolo corpo planetario che ebbe una collisione con me durante la mia infanzia.

Nacqui circa 4,5 miliardi di anni fa quando il sistema solare si formò da una stella che si stava raffreddando. Fatta di pietra lavica bollente, sviluppai piano piano una crosta e un’atmosfera. Molecole relativamente complesse si formarono nei miei mari poco profondi, e 3,5 miliardi di anni fa, queste si evolsero in cellule primitive. A loro volta, le molecole si svilupparono in organismi pluricellulari, alcuni dei quali emersero dai miei oceani per vivere sulla terraferma. Gli esseri umani sono uno sviluppo molto recente di questa lunghissima storia dell’evoluzione; i loro primi antenati fecero la loro comparsa solo 3,5 milioni di anni fa. Gli esseri umani non mi sono estranei, sono me, la Terra, che sviluppando mani, piedi e occhi, può scrivere questa breve relazione sulla propria nascita e sul proprio sviluppo!


La Terra: il mio corpo esteso

Guardando verso l’esterno dal mio centro, vedo il mio corpo e poi il resto dell’Umanità. Ancora più lontano trovo lo strato circostante della Vita, circondata a sua volta dal pianeta, il terreno da cui emerse e da cui dipende. Non c’è nessuna linea assoluta di demarcazione fra me e la Terra.









Quando tengo una pietra in mano, il mio Occhio singolo è Capacità per entrambi. La terra è il mio corpo esteso.








Esattamente come il mio fegato è umano perché è nel mio corpo umano, il mio corpo umano è planetario perché è nel mio corpo planetario. Io, l’essere umano, sono un organo interno dell’io pianeta. Ossia, la mia vita, umana a un livello e planetaria a un altro, è un’unica vita.

Diventare gli altri pianeti

Guardando oltre l’orizzonte fisico della Terra, sono Capacità per i miei vicini. Esattamente come a livello umano la faccia della mia amica è data qui nell’assenza della mia faccia umana, a livello planetario le facce degli altri pianeti sono date qui nell’assenza della mia faccia planetaria. Qui per esempio (nella foto a destra), svanisco come Terra e divento Marte.





Il pianeta autocosciente

Esattamente come a livello umano non mi accontento di essere semplicemente Capacità per la mia vicina, ma mi metto nei suoi panni per contemplarmi dal suo punto di vista ottenendo l’autocoscienza umana, così faccio anche a livello planetario. Guardandomi da Marte vedo il mio corpo terrestre (e la luna che orbita intorno a me) raggiungendo così l’autocoscienza planetaria. In questo modo divento un membro autocosciente della società planetaria.


La Terra e la luna viste da Marte

Identificarsi con la Terra

Non faccio nessuna fatica a identificarmi con il mio corpo planetario. Se, per esempio, sapessi che un asteroide sta precipitando verso la Terra, mi sentirei minacciato. Ovunque atterrasse, arriverebbe qui sul mio corpo. In qualche modo sentirei l’impatto. Marziani che atterrassero dall’altra parte del pianeta arriverebbero qui. In quel momento, il mio senso di sé si espanderebbe dal livello umano a quello planetario. Essendo Nulla al centro, non sono confinato nella mia identità umana ma sono infinitamente flessibile, espandendomi senza sforzo oltre i miei confini quando l’occasione lo richiede, e contraendomi senza sforzo quando non ce n’è più bisogno. Le mie trasformazioni drammatiche mi rimangono celate solo se rifiuto di riconoscerle. Se come essere umano sono sicuro di essere la forma più alta della vita, mi rendo cieco ai livelli più alti del mio essere.

L’ingrandirsi include gli altri

Man mano che la mia osservatrice si allontana da me, vede la mia trasformazione da persona individuale a Umanità quando mi unisco a tutte le altre persone. Da una distanza più grande, mi trasformo da Umanità a Vita quando includo tutte le altre specie. E da una distanza più grande ancora, mi trasformo da Vita a Terra quando abbraccio tutto l’ambiente inorganico che mi circonda. Lo stato della mia identità aumenta ed è commensurato al grado in cui sono disposto a identificarmi con gli altri e a includerli.

I livelli non sono separati

La mia vita planetaria e la mia vita umana, collegate dai livelli intermedi, comunicano in continuazione. Il mio comportamento a livello umano incide sul mio comportamento a livello planetario, e il mio comportamento a livello planetario incide sul mio comportamento a livello umano.

L’adulto Copernico che salta fuori da se stesso per vedere la sua Terra dal punto di vista del sole, e il bambino Copernico che salta fuori da se stesso per vedere il suo sé umano dal punto di vista dei suoi compagni, sono la stessa persona che sta facendo la stessa scoperta su di sé, crescendo con gli stessi mezzi, a diversi livelli della personalità. L’ordinamento del cielo e della Terra, Douglas Harding

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