Commento di Richard Lang
Se indicate la vostra faccia e girate su voi stessi, gli altri vi vedranno girare mentre il mondo attorno a rimane fermo.
Mentre sei in macchina, guardati semplicemente intorno e osserva cosa si muove. Sii onesto. Nota che quello che stai guidando in realità non è una macchina ma il mondo. Stai guidando l’universo. Aristotele, il filosofo Greco, definì Dio come il motore immobile del mondo. E, di grazia, questo è quello che sei anche tu. Caspita! Questa incredibile verità. Questo è meditazione. Meditazione per me è meditazione nella vita, nel mercato. Estremamente pratica. “Ma è davvero pratica?” ti sento dire. Si lo è. Se guidi molto, te lo consiglio. Se vuoi guidare bene, senza tensione e con piacere, senza stancarti molto o per niente, guida l’Inghilterra, guida la Francia. È molto meglio che guidare la tua Clio. Vedi, è molto pratico. Te lo raccomando veramente. È infantile, è ovvio ed è anche divertente. Vedi questa cosa è così giocosa, è spettacolare, se vuoi scoprire che Dio Onnipotente ha un magnifico senso dell’umorismo, allora vieni a casa e goditi la comicità. Fallo! Provalo! Non credere nemmeno a una parola di ciò che dico. Non credere a niente di tutto ciò. Chiediti solo se è vero. Sono pazzo? Sto dicendo stupidaggini? O è la verità? E se è vero, provalo. Come dice Eckhart: “Cosa hai da perdere a darti questa opportunità ?”. Penso che scoprirai che si tratta di qualcosa estremamente, al 100% pratica. »
Diversi anni fa, Douglas Harding stava tenendo un seminario in Irlanda. Un amico gli stava parlando durante una pausa: «Douglas, adesso sei sull’ottantina e hai viaggiato così a lungo per il mondo eppure non sembra che tu ti stanchi!». Douglas rispose «Questo è perché non vado da nessuna parte!».
R.L. Regno Unito
Nel workshop c’era un uomo alla mia destra che disse più volte quanto fosse importante per lui restare immobile mentre il paesaggio gli sfilava davanti…Questo mi commosse parecchio…Chiesi ai partecipanti di fare “l’esperimento della rotazione” – e lo feci durare per dieci o quindici minuti.
Fu un’esperienza molto forte per parecchi di loro. Com’è semplice e accessibile, com’è condivisibile questa visione senza testa. Uno dei partecipanti andò a casa dopo la serata di venerdì e lo mostrò alla moglie.
R.L. Regno Unito
Io ero uno di quei partecipanti che fece l’esperimento della rotazione per 10-15 minuti. Fu un’esperienza molto forte per parecchi di loro, incluso me. Rimasi stupito dal fatto che, dopo aver ruotato su me stesso per così tanto tempo, non mi girava per niente la testa! Il corpo e la mente avevano perso il loro dominio sul luogo dal quale guardo fuori. Questo accadde parecchie volte, durante diversi esperimenti che mi avevano riportato a casa.
G. Stati Uniti
Vivo ad Amsterdam. Ho scoperto la via senza testa circa 3 anni fa quando partecipai ad un seminario di due giorni tenuto da Douglas a Nizza, nel sud della Francia. L’esercizio dell’”indicare” mi portò letteralmente via la testa e quello degli “occhi chiusi” mi distrusse completamente. Non mi ero aspettato niente dal seminario. Il nome Douglas Harding mi era familiare: avevo letto qualcosa su di lui in un libro di Colin Wilson intitolato Al di là dell’Occulto. Wilson cita il famoso passaggio all’inizio di On Having No Head, e poi prosegue dicendo che fin qui tutto bene ma è probabilmente il tipo di vacuità e semplicità provata dalle vacche nel campo. Beh, mi son detto che probabilmente potevo aspettarmi una divertente lezione sul Buddismo Zen. Non mi aspettavo in alcun modo di essere letteralmente decapitato. Per il resto del seminario mi fu difficile trattenermi dallo scoppiare a ridere. Quella notte, e tutte le notti per le 3 settimane successive, trovai la visione interiore - la consapevolezza di se stessi - così interessante e affascinante, così perfetta e completa, che dormire sembrava un’assurdità. Rimasi a letto sveglio per delle ore - semplicemente presente al vedere e alla realizzazione di cosa significa tutto questo.
Da allora, il vedere è divenuto meno intenso ma è rimasto costante. Ci ho messo un po’ di tempo a capire che è il mondo e non io che si muove. Adesso è una cosa fantastica andare in giro in bicicletta per questa bellissima città e vedere che, senza alcun dubbio, è Amsterdam che mi passa davanti mentre “io” sono questa consapevole immobilità. Il fatto che oggetti vicini come la strada mi scorrano sotto i piedi e cose più distanti come edifici e alberi mi passino accanto retrocedendo elegantemente è uno spettacolo del quale non mi stano mai. Questo è divenuto senza dubbio il mio esercizio preferito. J.R. Olanda.
Abbiamo fatto l’esperimento nel quale indichi te stesso e giri su l tuo proprio asse. Questo mi fece ricordare un’esperienza che mi accade facendo aikido (un’arte marziale) che pratico due o tre volte la settimana. Ci furono dei momenti durante la mia pratica nei quale mi capitò di avere due difficoltà: una era che quando mi esercitavo con qualcuno avevo paura quando qualcuno mi “attaccava”, per cui il mio corpo diventava teso e rigido ostacolando l’esecuzione della tecnica. Un altro problema era che a volte mi girava la testa perché nell’aikido si rotola molto. Questi problemi svanirono nel nulla quando ricordai a me stesso del “Vuoto” che sono. Quando qualcuno mi “attaccava” mi sentivo rilassato perché chi c’era là da attaccarmi? Quando dovevo rotolarmi, non mi girava più la testa perché non c’era nessuno qui a cui potesse girare la testa e in più c’era solamente un’immobilità nella quale è il mondo che gira, non io. M. Belgio
Tornando a casa, guidando il furgone per le strade nel centro della città e nei dintorni, consapevole del traffico, delle luci della strada, concentrato. E poi, giù per la rampa di accesso e fino alla tranquillità dell’autostrada. Senza luci nella strada e non molto traffico a quest’ora della sera, viaggiando proprio rilassato, guardando le linee bianche delle corsie andare e venire, apparire e sparite dall’area illuminata dei fari.
Non c’è niente che mi viene incontro dal lato opposto. O forse sì, mi sto concentrando su un’area di strada buia giusto proprio di fronte alla luce dei miei fari. La mia mente è un pilota automatico. Il delicato bagliore verde del cruscotto dà sollievo ai miei occhi e mette in evidenza le mie mani sul volante lasciando il resto del furgone come fosse uno sfondo di velluto scuro…
Percorrere un tratto di autostrada relativamente dritta richiede poco movimento e mi rilassa, il che dopo un po’ mi lascia solo con la consapevolezza delle mie mani e la sensazione di essere incorporeo o disassociato da esse. Forse appartengono a qualcun altro!
Questa mia immobilità interiore contrasta con l'ipnotizzante fretta della strada, che mi viene incontro dalla pozza di luce sul davanti e per poi sfumare, scorrendo intorno al furgone e passando oltre. Non ho nessuna consapevolezza del mio corpo, solo delle mie mani. Ci sono solo “io”. Sto guardando fuori. E’ come guardare il mondo attraverso una finestra tridimensionale, protetto dall’ambiente esterno. Una terza parte. L’immobilità sono io, con la mia consapevolezza che guarda fuori.
Ecco…questo è un tentativo di descrivere una particolare esperienza che io associo con “l’essere senza testa”. I.K. Regno Unito
Le altalene
le altalene sono divertenti,
le altalene sono libere,
le altalene vanno in alto,
le altalene vanno in basso,
le altalene vanno in alto,
ed io mai.
Rosemary, 7 anni.
Mentre facevo jogging questa mattina, decisi di camminare per un po’ all’indietro per guardare il bellissimo sorgere del sole sulle Alpi. E all’improvviso: sorpresa, sorpresa (beh, forse non per voi “che avete visto da così tanto tempo” ma per me!), mi resi conto di come la strada usciva fuori da qui, di come lo spazio qui dava vita alle colline laggiù, alle montagne, al sole…di com’e creativo questo spazio, com’e, com’è…INCREDIBILE! S.C Germania